Un sogno possibile: Simonetta Gola incontra gli studenti del nostro Istituto

 

"Diario di un sogno possibile"




Il 5 maggio 2025, la sala consiliare del Comune di Martina Franca ospiterà un incontro davvero speciale: protagonista sarà Simonetta Gola, responsabile della comunicazione di Emergency e curatrice del libro "Diario di un sogno possibile", biografia intensa e appassionata di Gino Strada, medico, attivista e fondatore di Emergency.

Un incontro fortemente atteso da tutti gli studenti che si sono confrontati attivamente con la figura di Gino Strada e della sua Emergency; un incontro rimandato ed atteso come accade con le cose belle, quelle che ci spingono ad avere speranza. A sognare, appunto.

Gino Strada è stato molto più di un chirurgo: è stato un visionario, un instancabile difensore dei diritti umani, un uomo che ha scelto la via della cura e della pace in luoghi devastati dalla guerra. Con Emergency, organizzazione umanitaria da lui fondata nel 1994 insieme a Teresa Sarti, ha costruito ospedali, ambulatori e centri chirurgici in zone colpite da conflitti, epidemie e povertà, offrendo cure gratuite e di alta qualità a chiunque ne avesse bisogno, senza distinzione.

L’incontro si inserisce all’interno di una preziosa collaborazione con Legalitria che si dedica alla promozione della legalità e dell’impegno civile con caparbia resistenza e che si rivolge, in particolare, alle giovani generazioni per educarle ad un senso civico profondo, al rispetto delle regole e alla lotta contro ogni forma di ingiustizia. Proprio in quest’ottica, l’evento rappresenta un tassello fondamentale di quella che possiamo definire una rivoluzione della cittadinanza attiva, responsabile e pacifica. Non si tratta solo di ricordare la figura di Gino Strada, ma di rendere vivo e concreto il suo sogno di un mondo più giusto, dove la guerra sia rifiutata come strumento e la cura diventi un diritto universale. L’educazione alla legalità è uno dei pilastri fondamentali per la costruzione di una società giusta, inclusiva e democratica. Non si tratta semplicemente di conoscere le leggi o rispettare le regole, ma di sviluppare una coscienza civica profonda, capace di riconoscere e contrastare le ingiustizie, le disuguaglianze e ogni forma di sopraffazione. Significa plasmare cittadini attivi, che non si limitano ad osservare passivamente ciò che li circonda, ma che scelgono di impegnarsi, di agire, di schierarsi dalla parte dei diritti, della dignità umana, della pace.

È un’educazione che si fa ogni giorno, con l’esempio, con la riflessione, con la condivisione.

Soprattutto tra i giovani, è importante trasmettere l’idea che la legalità non è un insieme freddo di norme, ma un valore che ha a che fare con il rispetto reciproco, con la libertà, con la responsabilità personale e collettiva. Parlare di legalità vuol dire parlare di giustizia sociale, di lotta alle mafie, di contrasto alla corruzione, di rifiuto della violenza e della discriminazione.  In quest’ottica, eventi come l’incontro con Simonetta Gola e la lettura del "Diario di un sogno possibile" sono occasioni preziose per aprire spazi di dialogo, per coltivare consapevolezza e accendere nei ragazzi il desiderio di essere protagonisti del cambiamento. Perché, come ci ha insegnato Gino Strada, non basta non essere razzisti, non violenti o non mafiosi: bisogna essere attivamente contro tutto ciò che nega i diritti e la dignità delle persone. E questo si impara. A scuola, in famiglia, nella comunità. Si impara scegliendo ogni giorno da che parte stare.

I nostri studenti dell’Istituto “Guglielmo Marconi” hanno letto "Diario di un sogno possibile" e, toccati dalle parole e dall’esempio di Strada, hanno voluto restituire la loro gratitudine attraverso disegni, domande e testi. Un modo autentico e potente per dire grazie e, soprattutto, per continuare a credere in un sogno che non conosce barriere, confini né limiti. Un sogno che, attraverso la voce e il cuore dei giovani, può ancora cambiare il mondo. In un tempo segnato da tensioni sociali, disuguaglianze e vecchie e nuove forme di violenza, educare al ripudio delle mafie e di ogni discriminazione non è solo un dovere civico, ma un atto di resistenza culturale. La scuola, gli incontri, le letture diventano strumenti per formare cittadini consapevoli, critici, capaci di scegliere da che parte stare.

Come ricordava Gino Strada: “I diritti devono essere di tutti, sennò chiamateli privilegi.” Ed è proprio partendo da questa convinzione che possiamo costruire un futuro diverso. Uno possibile.

La Redazione

 

 

 

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