Conoscere un’altra lingua significa possedere una seconda anima
Avvicinarsi alla lingua spagnola nella scuola primaria
L'insegnamento delle lingue straniere sin dalla scuola primaria rappresenta una delle sfide più
significative del sistema educativo contemporaneo. In particolare, l’introduzione della lingua
spagnola nelle classi quinte della scuola primaria costituisce un’opportunità preziosa per promuovere
lo sviluppo linguistico, cognitivo e relazionale degli alunni, accompagnandoli in un percorso di
apprendimento dinamico e coinvolgente.
Queste le premesse che hanno accompagnato la scelta di fornire un’esperienza di avvicinamento alla
lingua destinata agli alunni della scuola primaria. L’approccio alla lingua spagnola nella scuola
primaria si fonda su metodologie didattiche attive e inclusive, che valorizzano l’aspetto comunicativo
della lingua.
Ma perché proprio la lingua spagnola? La risposta è stata spontanea: l’apprendimento dello spagnolo,
una lingua parlata da oltre 500 milioni di persone nel mondo, apre la porta a una dimensione culturale
ricchissima e promuove l’inclusione sociale. Una scelta, dunque, affine allo spirito che ha forgiato
tutte le iniziative promosse nell’ambito dei progetti del PNRR. Lo spagnolo si distingue per la sua
vicinanza al lessico italiano, la fonetica trasparente e la semplicità delle sue strutture grammaticali di
base, elementi che lo rendono accessibile e motivante per gli studenti della scuola primaria. Inoltre,
essendo una lingua di grande diffusione internazionale, offre una molteplicità di sbocchi: dal turismo
alla cultura, dal lavoro alle relazioni internazionali. Studiare lo spagnolo significa dunque dotarsi di
uno strumento utile per affrontare con maggiore consapevolezza il mondo globalizzato in cui
viviamo.
Nella classe quinta, gli studenti si trovano in una fase evolutiva in cui il pensiero logico-astratto inizia
a consolidarsi e ciò permette un primo approccio strutturato alla lingua straniera. In tal senso, le
attività svolte hanno incluso giochi linguistici, canzoni, brevi dialoghi, semplici letture e attività
multisensoriali che hanno stimolato la curiosità e la partecipazione attiva di ogni partecipante.
L’attenzione si è concentrata sull’acquisizione del lessico di base – colori, numeri, animali, oggetti
scolastici, saluti, espressioni quotidiane – che sono il primo tassello di una competenza comunicativa
più ampia. Il vocabolario appreso, chiaramente, non è stato fine a se stesso, ma ha rappresentato lo
strumento per interagire, raccontarsi e comprendere l’altro, costruendo relazioni positive . La
conoscenza delle lingue straniere è ormai una delle competenze chiave per l’apprendimento
permanente, come indicato dal Parlamento Europeo: essa contribuisce allo sviluppo personale, alla
cittadinanza attiva, all’inclusione sociale e all’occupabilità. Il percorso, in fase di conclusione, ha
visto gli studenti essere affiancati da una docente e da una tutor: si è garantita un’esperienza di studio
personalizzata e individualizzata che ha teso far leva sulle specifiche inclinazioni dei singoli
partecipanti. Con questi percorsi gli alunni imparano a riconoscere e rispettare la diversità linguistica
e culturale, favorendo l’empatia e la tolleranza.
Dal punto di vista cognitivo, diversi studi hanno evidenziato come l’apprendimento precoce delle
lingue favorisca lo sviluppo della memoria, della flessibilità cognitiva e delle abilità metalinguistiche.
Il pedagogista Noam Chomsky ha sottolineato come l’essere umano possieda una "grammatica
universale", una predisposizione innata all’apprendimento linguistico, particolarmente attiva nei
primi anni di vita. Sfruttare questa finestra temporale è quindi fondamentale per costruire solide basi
linguistiche. Anche Lev Vygotskij ha posto l’accento sull’importanza dell’interazione sociale nei
processi di apprendimento, evidenziando come il linguaggio sia uno strumento essenziale di
mediazione tra individuo e ambiente. In questo senso, imparare una nuova lingua consente agli alunni
di espandere il proprio orizzonte comunicativo, rafforzando le competenze relazionali e sociali.
Nel contesto contemporaneo, caratterizzato da rapidi mutamenti tecnologici, sociali e culturali, la
scuola è chiamata a preparare i cittadini del futuro, fornendo strumenti per navigare con competenza
e spirito critico nella complessità. L’insegnamento delle lingue straniere, e in particolare dello
spagnolo, non è solo un arricchimento culturale, ma una necessità educativa. Includere la lingua
spagnola nel curriculum della scuola primaria significa favorire il multilinguismo, rispondere ai
bisogni educativi degli studenti del XXI secolo e valorizzare le intelligenze multiple, offrendo
esperienze di apprendimento significative e autentiche.
L’Istituto “Guglielmo Marconi, ancora una volta, ha teso offrire ai suoi studenti un’esperienza garante
di qualità. Una qualità spendibile in un orizzonte che parte dai banchi e guarda alla vita futura.
Apprendere una lingua straniera fin da piccoli non è solo un esercizio linguistico, ma un atto di
apertura al mondo.
“Conoscere un’altra lingua significa possedere una seconda anima”, affermava Carlo Magno.
Insegnare lo spagnolo a scuola è, in questo senso, un gesto di fiducia nel futuro, un invito alla
comunicazione, alla comprensione reciproca e alla cittadinanza globale.
La Redazione
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